Comunque, va bene!

di Pierre Yelen - È molto caldo. Prima di rientrare in ufficio, una spremuta d’arance con tanto ghiaccio, dal Libanese.

di Pierre Yelen – È molto caldo. Prima di rientrare in ufficio, una spremuta d’arance con tanto ghiaccio, dal Libanese.

La prossemica è molto africana, nonostante il periodo pandemico; il modello di riferimento della spaziatura dei tavolinetti quadrati, comunque, è quello adottato dai bar di Saint-Germain-des-Prés.

Il mio vicino sta bevendo un caffè lungo e mangiando un croissant. L’aria condizionata rende l’ambiente gradevole e rilassante. Un sollievo dai 42 gradi esterni.

“Buongiorno Jean, anche tu qui, stai bevendo un caffè, come va?”

“Ciao David. Si, tutto bene. Un piacere vederti, non sapevo che fossi tornato. Siediti, come va?”

“Bene, va bene, un po’ …“ risponde David mentre si accomoda sulla sedia, accettando l’invito.

Il “va bene, un po’…” attrae subito la mia attenzione. Un’espressione che mi è familiare. Posso facilmente associarla alla risposta mattutina dei miei collaboratori quando devono giustificare un ritardo o chiedere ferie non programmate; quando è accompagnata anche da un’espressione di circostanza, poi, può spingersi fino ad una istanza d’aiuto finanziario per risolvere un problema urgente.

“Sono tornato perché è morta mia madre – continua David -, era anziana e malata. Abbiamo fatto i funerali al villaggio la scorsa settimana. È stato triste ma è stata anche l’occasione per rivedere i miei fratelli, le mie sorelle, i miei nipoti … insomma tutta la famiglia.”

Attratto dal va bene un po’ … non posso esimermi dal prestare attenzione alla conversazione, anche se evito di guardare i miei due vicini di tavolo.

“… Le piogge abbondanti della scorsa estate hanno riempito la diga. Le paratie non sono state aperte, la diga ha ceduto in un paio di punti. L’acqua ha provocato il crollo di molte case. Anche quelle delle famiglie dei miei fratelli più piccoli che sono ospitate da amici. Stanno cercando le risorse per ricostruirle, possibilmente in cemento.

L’acqua ha ristagnato per molti giorni nei campi di miglio. Il raccolto è stato quasi totalmente distrutto. La mia famiglia contadina è in difficoltà.

L’alto tasso d’umidità, poi, ha accentuato la presenza delle zanzare malariche e qualche bimbo piccolo si è ammalato seriamente. Un vicino ha perso una bimba di 5 anni.”

“Mi dispiace, David. Il tuo rientro non è stato piacevole, coraggio. Comunque, a parte ciò … per il resto come va, tutto bene?”

A parte ciò…? Sono strabiliato dalla domanda, che viene posta anche con un gran sorriso. Sono sbalordito dalla risposta, altrettanto entusiasta, piena d’energia e positiva: “Si, certo. Comunque, tutto bene, grazie”.

Mi alzo, pago il conto, esco dal bar.

Mentre salgo in macchina il mio pensiero va alla scrittura del rapporto di valutazione che devo terminare: mi sta facendo allungare le serate di lavoro, con la preoccupazione di non riuscire a consegnarlo nei tempi richiesti. Forse l’ansia che mi genera è mal riposta?

Comunque, tutto bene, grazie.

30apr21

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