Si è concentrata, inizialmente, su un focus specifico sul ripristino dei terreni degradati, tema comune a molte regioni aride del Sahel. I partecipanti hanno appreso tecniche di conservazione del suolo e gestione delle acque come la costruzione di “mezzelune fertili”, e coltivazioni sulle curve di livello.
La “mezzaluna” è una tecnica che aumenta l’umidità dei suoli in aree dove le precipitazioni sono scarse, raccogliendo l’acqua piovana, migliorando così la disponibilità idrica per le colture. Così come le lavorazioni per la coltivazione secondo le curve di livello che, in più, aiuta a ridurre fenomeni d’erosione dei suoli.
La formazione si è, dunque, sviluppata sui temi della Rigenerazione Naturale Assistita (RNA), un metodo che si basa sulla capacità delle piante di rigenerarsi spontaneamente, ripristinando la vegetazione nelle aree degradate. Questo processo può avvenire naturalmente o con l’intervento umano, ma in entrambi i casi è finalizzato a ristabilire l’equilibrio ecologico in regioni colpite da processi di desertificazione. Attraverso l’RNA, le comunità possono aumentare la copertura vegetale e migliorare la biodiversità, creando condizioni positive anche per l’agricoltura.
La partecipazione dei beneficiari alle sedute di formazione è stata importante, soprattutto da parte delle donne (il 70% dei beneficiari), che anche in un contesto reso difficile dall’impraticabilità di molte strade per le forti piogge, non hanno mancato l’appuntamento a Kénié Marka.
Al termine delle due settimane tutti i partecipanti hanno manifestato entusiasmo. Molti hanno espresso la volontà di ampliare le aree coltivate, sfruttando meglio i loro terreni con la finalità d’ aumentare la produzione agricola, in termini quantitativi ma anche qualitativi. Anche in questo caso, quindi, la formazione è stato uno strumento basilare per il perseguimento della sicurezza alimentare della comunità locale.
